LE NOSTRE ATTIVITÀ - ASSISTENZA DOMICILIARE
A CASA
SI RIACCENDE IL SORRISO

POLICLINICO UMBERTO I E AIL ROMA PER L’ATTUAZIONE
DELLE CURE DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE IN EMATOLOGIA.

POLICLINICO UMBERTO I E
AIL ROMA PER L’ATTUAZIONE
DELLE CURE DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE IN EMATOLOGIA.

Il progetto interesserà i pazienti ematologici in trattamento chemioterapico antineoplastico curativo, pazienti con patologie ematologiche croniche, fragili, non autosufficienti e pazienti ematologici con malattia in fase avanzata per cure domiciliari palliative simultanee.

Accesso facilitato alle terapie a domicilio per i pazienti ematologici, contrasto farmacologico al dolore, miglioramento della qualità di vita degli assistiti e delle condizioni psico-fisiche del malato, presa in carico del paziente nel setting più appropriato. Sono questi alcuni degli obiettivi fondamentali che hanno animato il progetto sviluppato dal dipartimento di Ematologia del Policlinico Umberto I di Roma e AIL Roma (Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mieloma), con il supporto della piattaforma All.Can Italia.

Sotto il coordinamento di Claudio Cartoni, Responsabile Unità Cure Palliative e Domiciliari (UCPD), e del Direttore della UOC di Ematologia Maurizio Martelli, l’Azienda Ospedaliera, uno dei presidi di eccellenza del Lazio, ha portato avanti il programma di cure di continuità assistenziale specialistica ospedale-territorio in ematologia. In base alla definizione dei fabbisogni clinici, i pazienti sono stati inseriti in un programma di cure integrate e simultanee ospedale-domicilio, che hanno consentito un uso più appropriato dei posti letto della UOC di Ematologia. Negli anni 2020-2021, durante la pandemia COVID 19, sono stati assistiti a domicilio dalla UCPD della UOC di Ematologia del Policlinico Umberto I, 243 pazienti.

È stato inoltre progettato uno studio comparativo non randomizzato nella vita reale, pubblicato sul Journal of Palliative Medicine, al fine di valutare i costi, l’uso delle risorse e gli esiti clinici tra un programma di cure palliative precoci domiciliari rispetto alle cure ospedaliere standard per i pazienti fragili trattati durante terapie prolunganti la vita o in fase avanzata per supporto trasfusionale e terapie antinfettive. Dei 119 pazienti arruolati nello studio, 59 pazienti curati a casa erano più debilitati e avevano una sopravvivenza più breve rispetto ai 60 del gruppo ospedaliero (p = 0,001). Tuttavia, il carico dei sintomi era simile in entrambi i gruppi. A casa il numero medio settimanale di trasfusioni (1,45) era inferiore a quello in ospedale (2,77). Un tasso più alto di infezioni si è verificato in ospedale (54%) rispetto a casa (21%; <0,001).

Il Costo medio settimanale di cura per il ricovero ordinario significativamente più alto in un rapporto 3:1 rispetto all’assistenza domiciliare. Rispetto all’ospedale, infatti, l’assistenza domiciliare ha prodotto un risparmio settimanale di 2.314,9 euro per il sistema sanitario, con un carico di 85,9 euro aggiuntivo per la famiglia. Inoltre, a causa delle infezioni evitate con la soluzione domiciliare, quest’ultima è risultata costo-efficace con un indice (ICER) di -7013,9 euro di giorni di cura per le infezioni risparmiati .

Questo progetto messo in campo grazie alla collaborazione e all’ ineguagliabile supporto di Ail Roma – spiega Alberto Deales, Direttore sanitario del Policlinico Umberto1 – conferma come sia possibile superare quello che ormai è divenuto una specie di mantra ovvero “integrazione ospedale/territorio” per mettere in atto un modo più efficace di organizzazione. Con questo progetto siamo passati dal concetto di integrazione al quello di continuità dove non si tratta di integrare strutture ma di dare continuità a percorsi di cura per pazienti che esprimono bisogni di salute che non si consumano solo in ospedale, ne con il superamento della fase acuta. Come direttore sanitario di una struttura come il Policlinico Umberto1, credo sia fondamentale ribadire l’importanza di essere presenti – non solo all’interno delle mura ospedaliere – ma in percorso integrati che garantiscano ai pazienti cronici risposte ai loro multipli bisogni di salute. Questo progetto ha poi aggiunto il direttore sanitario “ci permette di affermare che anche il domicilio è un luogo di cura e non solo il luogo dove attendere di poter tornare in ospedale. Da qui siamo partiti per una fase di sperimentazione che ha soddisfatto tutte le nostre migliori aspettative confermandosi una modalità di cura che permette di ridurre il numero di ricoveri, è ben accolta da parte dei pazienti sotto il profilo psicologico permettendo un sostegno più ampio e concreto alle famiglie”.

E ciò che la mia azienda vuol fare, ovvero non aspetta che il paziente arriva in ospedale ma vuole essere una azienda che vuole lavorare anche su altro: «Solidarietà, impegno e sostegno sono alla base dell’alleanza tra il Policlinico Umberto I e l’AIL Roma – spiega Maria Luisa ViganòPresidente dell’Associazione – una sinergia iniziata quasi 40 anni fa grazie alla lungimiranza del Prof. Franco Mandelli e che, in questi lunghi anni, ha reso l’Ematologia del Policlinico di Roma una vera eccellenza nella cura dei tumori del sangue. Il Professor Mandelli, pioniere dell’umanizzazione delle cure, comprese quanto fosse importante il luogo di cura soprattutto per i pazienti ematologici, particolarmente fragili ed esposti alla sofferenza. Già dai primi anni ’90 promosse le Cure Domiciliari realizzando il suo progetto con il Policlinico Umberto I e, successivamente, con altri ospedali romani, permettendo a migliaia di pazienti di ricevere le cure nella propria casa».
A spiegare la portata dell’iniziativa e della progettualità è la stessa Senatrice Elisa Pirro>: «Nel solco dell’attività portata avanti soprattutto nel corso degli ultimi due anni, siamo felici di presentare una realtà di così grande rilievo nel mondo clinico italiano che ancor prima del Covid aveva già dimostrato che si possono portare le cure a casa del paziente, anche in situazioni così delicate, armonizzando il setting ospedaliero con quello territoriale per fornire la migliore soluzione terapeutica ai pazienti. Tale progetto ha dimostrato anche che questo approccio è economicamente sostenibile e, anzi, comporta dei risparmi importanti per il nostro sistema sanitario, rafforzando allo stesso tempo la sicurezza dei nostri ospedali. Il nostro obiettivo come legislatore deve essere, quindi, quello di fare in modo che questi progetti sperimentali entrino nella routine clinica in tutto il Paese a disposizione di tutti i cittadini».

LE CURE DOMICILIARI – PROGETTO DI INTEGRAZIONE
PUBBLICO-PRIVATO – CONTINUITA’ DELLE CURE EMATOLOGICHE

LE CURE DOMICILIARI – PROGETTO DI INTEGRAZIONE PUBBLICO-PRIVATO – CONTINUITA’ DELLE CURE EMATOLOGICHE

L’obiettivo principale del progetto è quello di garantire, ai pazienti ematologici afferenti alle UOC degli Ospedali S. Giovanni Addolorata e S. Eugenio residenti nel territorio della ASL RM2, prestazioni a domicilio idonee all’assistenza e al trattamento di patologie ematologiche neoplastiche e non neoplastiche.

Le Cure Domiciliari rappresentano, per i pazienti ematologici, una modalità di cura essenziale per migliorare la propria qualità di vita e dei loro familiari e, per le strutture ospedaliere, il vantaggio di veder ridotti gli accessi non appropriati di Pronto Soccorso ed i ricoveri nei reparti di Ematologia. Il progetto presentato da AIL Roma si basa sull’integrazione pubblico / privato tra la “Assistenza Domiciliare Territoriale”, così come previsto dai piani sanitari delle ASL, e l’Associazione AIL Roma.

Quest’ultima, si pone come obiettivo il finanziamento, alla ASL RM2, di Medici Specialisti Ematologi da inserire nelle équipe dell’assistenza domiciliare, per la gestione dei problemi specialistici dei pazienti ematologici che hanno in carico. Da alcuni anni, l’assistenza domiciliare ematologica della ASL RM2 è stata ricondotta, nella gestione ed organizzazione sanitaria, all’assistenza territoriale (CAD, Hospice domiciliare, ecc) che, pur con grande impegno di tutti gli operatori, ha mostrato limiti notevoli nel poter prendere in carico pazienti complessi e con bisogni specifici come quelli ematologici. Il risultato è che vengono osservati quotidianamente accessi al Pronto Soccorso di pazienti domiciliari e pazienti terminali con la conseguente occupazione di letti di degenza riservati a trattamenti acuti dovuti alla mancanza di un’idonea assistenza a domicilio. In tale contesto, il progetto proposto riguarda l’inserimento, nelle équipes domiciliari della ASL RM2, di n. 3 medici specialisti in ematologia, con reperibilità h24, selezionati tramite bando pubblico e assunti dalla ASL ma finanziati dall’AIL Roma tramite una donazione.

Obiettivo Generale
Il progetto è un esempio virtuoso di integrazione pubblico/privato per garantire ai pazienti ematologici e ai loro caregivers, una assistenza specialistica qualificata rispondente pienamente ai bisogni specifici in tutte le fasi della malattia.

ASSISTENZA DOMICILIARE

ASSISTENZA DOMICILIARE

Una lunga tradizione di impegno e di successi caratterizza le attività di assistenza domiciliare ai pazienti ematologici nella città di Roma, avviate a partire dai primi anni ’90 presso i centri di Ematologia dell’Ospedale Sant’Eugenio e del Policlinico Umberto I, quest’ultimo dislocato nella sede di via Benevento.

Il Professor Mandelli e il Professor Papa, veri pionieri dell’umanizzazione delle cure, compresero ben presto quanto fosse importante il luogo della cura per i malati e per i familiari, soprattutto in un campo medico come quello dell’Ematologia, così particolarmente esposto alla sofferenza.

L’opera del Professor Mandelli si è sempre contraddistinta per l’attenzione posta nella gestione delle cure, fin nei minimi particolari. Una vocazione che ha influenzato e fortemente motivato chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui.
Dopo aver realizzato il primo day hospital per pazienti ematologici e unificato la pratica terapeutica e della ricerca clinica con la Fondazione del gruppo cooperatore GIMEMA, portare l’ospedale direttamente nelle case dei malati ha rappresentato un’ulteriore sfida, fino alle importantissime intuizioni più recenti.

COME FUNZIONA

Per avviare il servizio di assistenza domiciliare, il primo passo è quello di stabilire, attraverso un colloquio con il paziente o con i suoi familiari, le esatte indicazioni per un programma di cure domiciliari. A seguito dell’incontro, avviene la presa in carico da parte del team operante nella zona della città dove il paziente e la sua famiglia risiedono, indipendentemente dal centro di cura di provenienza. Con quest’ultimo tuttavia, il servizio di assistenza domiciliare si relazionerà costantemente in modo da garantire continuità nelle terapie.

Si tratta di un virtuoso meccanismo “a rete” grazie al quale il paziente viene accompagnato con attenzione nel percorso della sua malattia, nel continuo dialogo fra i diversi soggetti che si occupano della cura.

L’assistenza domiciliare è di fatto in grado di garantire soluzioni ottimali a pazienti con patologie diverse e in fasi differenti e anche molto delicate della malattia. Si fa riferimento, ad esempio, ai pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali, ai quali vengono erogate prestazioni di continuità assistenziale anche di elevato contenuto tecnico sanitario, quali le antibioticoterapie complesse per via endovenosa e le trasfusioni di globuli rossi e piastrine, che generalmente si effettuano in ambiente ospedaliero.
Le richieste di assistenza domiciliare devono essere sempre inoltrate dal medico ematologo che ha in cura il paziente e che ne ha evidenziato l’esigenza.

COME FUNZIONA

Per avviare il servizio di assistenza domiciliare, il primo passo è quello di stabilire, attraverso un colloquio con il paziente o con i suoi familiari, le esatte indicazioni per un programma di cure domiciliari. A seguito dell’incontro, avviene la presa in carico da parte del team operante nella zona della città dove il paziente e la sua famiglia risiedono, indipendentemente dal centro di cura di provenienza. Con quest’ultimo tuttavia, il servizio di assistenza domiciliare si relazionerà costantemente in modo da garantire continuità nelle terapie.

Si tratta di un virtuoso meccanismo “a rete” grazie al quale il paziente viene accompagnato con attenzione nel percorso della sua malattia, nel continuo dialogo fra i diversi soggetti che si occupano della cura.

L’assistenza domiciliare è di fatto in grado di garantire soluzioni ottimali a pazienti con patologie diverse e in fasi differenti e anche molto delicate della malattia. Si fa riferimento, ad esempio, ai pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali, ai quali vengono erogate prestazioni di continuità assistenziale anche di elevato contenuto tecnico sanitario, quali le antibioticoterapie complesse per via endovenosa e le trasfusioni di globuli rossi e piastrine, che generalmente si effettuano in ambiente ospedaliero.
Le richieste di assistenza domiciliare devono essere sempre inoltrate dal medico ematologo che ha in cura il paziente e che ne ha evidenziato l’esigenza.

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